ANTICA OLIMPIA

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L’idea di un progetto fotografico su Antica Olimpia nacque durante una visita che feci al sito archeologico lo scorso anno. Ero curioso di vedere i luoghi della Grecia Antica che avevo studiato all’università: Atene, Epidauro, Delfi e soprattutto Olimpia. Era Febbraio ed il sito era quasi vuoto, a mia disposizione, la visita durò molte ore e ne uscii impressionato. Le rovine trasmettevano bellezza e importanza, raccontavano di una storia e di stili architettonici che si possono leggere nel nostro territorio ancora. Decisi quindi di dare vita ad un progetto di racconto fotografico e lo scorso settembre ritornai ad Olimpia per sei giorni, interamente dedicati alla fotografia.

Non è facile fotografare delle rovine, in buona parte adagiate a terra e solo in parte ricostruite. Faticavo a trovare l’approccio adatto: raccontare la città antica evitando di essere didascalico. Volevo riassumere in immagini sia la bellezza del luogo, sia il valore storico che ha avuto nei secoli Olimpia; volevo in qualche modo raccontare quello che c’é ai giorni nostri e quello che ci fu nell’antichitá. Sicuramente un filo conduttore rintracciabile in molte delle mie foto è stata la relazione edificio/natura. L’architettura greca nasceva da questa relazione, che trovava espressione in molti suoi elementi: colonnati, capitelli, decorazioni... Nelle rovine attuali questo rapporto assume un’ulteriore connotazione. Le pietre cadute a terra sembrano massi rotolati fino a lì per caso, i muri decomposti dialogano con i profili della vegetazione, le colonne ricostruite sembrano a volte sostituirsi ai tronchi degli alberi... ma tutti questi elementi, essendo stati scolpiti e decorati dall’uomo, non sono più massi, vegetazione o alberi. È una natura speciale, umanizzata. E forse proprio in questi edifici che tornano ad essere “natura” che si trova un elemento di forza del sito archeologico. Quelle pietre raccontano la loro vita, parlano giá da sole. Io dovevo solo traslare il messaggio in fotografie.

Ad Olimpia da più di un secolo gli archeologi stanno scavando (e ancora si continua) per riportare alla luce la città scomparsa - fino a metà XVIII secolo il sito era coperto da vari metri di terra coltivata ad uliveti -.Alcuni elementi sono stati ricostruiti, altri ordinati a terra, altri lasciati dove si trovavano, altri ancora conservati nel museo. L’approccio archeologico è senz’altro un fattore da considerare quando si parla di un sito come Olimpia. È proprio questo attento lavoro archeologico che trasmette il valore dell’Antico. Si lavora nel rispetto della Storia, cercando un equilibrio fra la conservazione e la narrazione.

 
 
 
 
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Cit: Giancarlo de Carlo – Viaggi in Grecia
Quodlibet/Abitare, a cura di Anna de Carlo ©2010

Nella cognizione sincronica dei sensi e del pensiero il luogo si svincola dale cadenze del tempo, il passato diventa proiezione all’indietro del presente, la memoria schiva I meandri letterari della nostalgia e utilizza creativamente l’energia delle immagini che associa, la rovina appare come una delle configurazioni possibili, anzi probabili, di ogni evento architettonico e perció si smitizza, cessa di intimidire.

 
 
 

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